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Critiche e recensioni

Fabrizio Pinzi - Pittore

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Vittorio Sgarbi

Fabrizio Pinzi è un surrealista consapevole. Un surrealista che non espone nella pittura i suoi sogni, ma la sua appartenenza ad una società artistica che pone al centro il sogno, la visione, di cui sono evidentemente nomi tutelari Magritte, Max Ernst, De Chirico e Salvador Dalì. Nella sua concezione c’è il senso del­l’assenza, della desolazione degli spazi, è l’elemento che più lo accomuna a Magritte. Ma c’è anche il riferimento alla capacità d’invenzione di Escher, quindi un codice della modernità in cui Pinzi inserisce la propria concezione originale. Non è una ci­tazione di fonti, Magritte o Dalì, è un’interpretazione di quel linguaggio tradotto in una lingua personale: come una declinazione del linguaggio surrealista. Lo vediamo in un dipinto come “La montagna”, dove la luna diventa un occhio, e quell’occhio in­dica una penetrazione della propria coscienza, come se la rappresentazione di un’im­magine esterna fosse il rispecchiamento di una propria condizione interiore. Quindi autoanalisi, psicoanalisi, visione in cui l’artista cerca di trovare dentro di sé qualcosa che non gli è chiaro, in una consapevolezza della forma ma in un inconscio che si muove e determina una variante particolarmente originale e riconoscibile del surrealismo. Da questo punto di vista, lui è dentro un mondo che in Italia non ha avuto particolare fortuna. È un mondo piuttosto legato al mondo francese, al mondo belga, al mondo dove la figurazione si è salvaguardata attraverso il linguaggio sur­realista. Quindi, non è un pittore figurativo, ma è un surrealista originale. Cosa non facile in un mondo in cui i grandi maestri hanno occupato tanto spazio da lasciartene poco. Quel poco spazio Pinzi lo occupa.

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SPOLETO ARTE

INTERVISTA UFFICIO STAMPA VETRINA EVENTI
Esposto a “Spoleto Arte” Fabrizio Pinzi: il surrealista pittore di mondi fantastici, magici, dominati da colori brillanti, da personaggi che sembrano bloccati in una dimensione misteriosa ed inquietante, quasi aspettino un cenno per risvegliarsi dalla loro immobilità. Nei suoi quadri è come se la componente onirica catalizzi il tutto dandogli luce e tono. Pinzi è stato intervistato in occasione dell’esposizione delle sue opere alla prestigiosa mostra “Spoleto Arte”, prorogata per il successo riscosso fino al 27 agosto 2015 e curata da Vittorio Sgarbi a Spoleto all’interno di Palazzo Leti Sansi. La gestione organizzativa dell’evento è ancora una volta del manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di Spoleto Arte. Intervistato, Pinzi ci parla della sua pittura, dei temi affrontati e dei suoi progetti, ma anche della sua stima per la grande scienziata Margherita Hack e dell’importanza della Biennale di Venezia e dell’Expo. Di seguito l’intervista:

1) Abbiamo avuto notizia della sua presenza alla grande mostra di “Spoleto Arte” curata da Vittorio Sgarbi, allestita presso Palazzo Leti Sansi a Spoleto; come nasce l’occasione di partecipare a questa importante iniziativa? È la prima volta che espone a Spoleto?
Già nel 2014 mi è stata offerta la possibilità di partecipare alla mostra “Spoleto Arte” e allora ero rimasto ben impressionato da tutto il contesto che si svolgeva attorno alla mostra. Questa esperienza mi ha portato a partecipare anche all’edizione 2015.
2) Quali opere ha esposto in mostra? Con quali tecniche sono realizzate e a quali tematiche si ispirano?
Le opere esposte sono: “Il gioco del potere”, “Introspezione”, “Fantasmi omerici”, “Passaggio generazionale quale futuro ereditiamo?”. La tecnica è olio su tela, quella che io prediligo, e che mi da i risultati migliori. Le tematiche che mi ispirano sono intimamente legate a me e a tutto ciò che mi circonda, con una forte componente onirica che catalizza il tutto.
3) La mostra di “Spoleto Arte” ha fatto da simbolica cornice di contorno alla seconda edizione del “Premio Margherita Hack”; un suo pensiero sulla figura dell’esimia scienziata e sul suo prezioso contributo dato nei tanti anni di studi e di ricerche.
Ritengo che tutto ciò che si fa per mantenere e valorizzare il ricordo di illustri italiani valga la pena di essere fatto. In particolare di una grande donna come Margherita Hack, che è stata un esempio non solo di vita, ma anche una grande scienziata.
4) Ci racconta quali sono i suoi progetti futuri e a cosa sta lavorando attualmente?
Attualmente ho in ponte una serie di paesaggi della mia Toscana visti e realizzati alla mia maniera. Inoltre, sto per iniziare una nuova collaborazione con una Galleria Americana, in passato, ho già avuto rapporti con Gallerie Americane ottenendo ottimi risultati.
5) Questo è l’anno dell’Expo; è andato o andrà in visita alla grande esposizione universale? Pensa possa risultare utile e positivo anche per il comparto dell’arte?
Non so se andrò a visitare Expo, ma ritengo che sia un’ottima vetrina per mostrare al mondo quanto siano geniali gli Italiani in tutti i campi partendo dal cibo (che Arte è).
6) In concomitanza con l’Expo c’è anche la prestigiosa Biennale Venezia; come considera questa vetrina internazionale e quale sinergia può esserci con l’Expo?

Direi che c’è un’ottima sinergia tra le due cose. Sono entrambe manifestazioni importanti che esprimono e risaltano il modo di essere Italiani che, in fatto di Cibo, Arte, Cultura, organizzazione, non hanno nulla da invidiare a nessuno.

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SPOLETO ARTE – uff. Stampa Milano

COMUNICATO STAMPA
Nell’ambito della grande mostra di “Spoleto Arte” prorogata fino al 27 agosto 2015 sono presenti nomi di fama dell’arte attuale, riuniti sotto la curatela di Vittorio Sgarbi. Tra essi anche il pittore Fabrizio Pinzi. L’esposizione è visitabile con ingresso libero all’interno di Palazzo Leti Sansi, tra via Arco di Druso e Piazza del Mercato a Spoleto. L’organizzatore dell’evento è il manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di Spoleto Arte. Sullo stile, che lo contraddistingue, è stato scritto: “Dalle figurazioni proposte scaturiscono la componente del sogno e la fervida pulsione della fantasia e dello spirito d’inventiva, frutto del magico tocco d’arte depositario di un mondo sommerso, misterioso, enigmatico, composto da codici da decifrare e interpretare e che riesce a penetrare nel cuore e nella mente degli spiriti sensibili. Pinzi è portavoce di una concezione moderna e innovatrice dell’arte, che rimane però anche saldamente radicata alle formule tramandate e perpetrate dalla tradizione e all’influsso stilistico recuperato e acquisito dai classici, seppur rifuggendo sempre, con decisa fermezza, il principio di emulazione e di imitazione”. E ancora viene precisato: “Egli non vuole copiare o assomigliare a nessun altro artista se non a se stesso e intraprende un cammino di coerente e consapevole esclusività. L’intento primario da lui perseguito, è di fare pensare, di trasferire e trasportare sulle tele immagini fortemente evocative, che si tramutano in simboli e metafore, nello spirito degli acuti e attenti osservatori e di non deludere mai se stesso, ponendosi davanti orizzonti sempre nuovi da raggiungere, con entusiastica propensione”.

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ENRICO MIGLIOLI

La bellezza del Surrealismo è quella di non avere regole. E’ una pittura che più delle altre impone il proprio inconscio, di conseguenza il proprio io. Se stiamo lontani dalla psicoanalisi, ci basta osservare questa realtà non realtà. Ma siamo proprio sicuri che questo mondo dei sogni, non sia a volte più reale di certi momenti di veglia? Il libro dei sogni di Freud è molto complesso ed interpretativo. Non cerchiamo le ragioni, guardiamo a ciò che abbiamo dentro, e appaghiamoci della bellezza di questa pittura che Pinzi sa esprimere, al massimo livello. A volte qualche riferimento al mondo metafisico, ma il diaframma è sottile e pur sempre coerente. La staticità di alcuni dipinti, è come un attesa per un evento. Figure ferme, che si girano, quasi mai ti guardano in questo mondo senza limiti. Come potrebbe essere altrimenti. Può il nostro inconscio averne? No, lui ci guida, ma mai per depredarci. Come potrebbe lui stesso, parte nostra più nascosta, esserne distaccato. L’inconscio vive con noi perché noi siamo lui, lui è noi. E qui Pinzi riesce ad esprimere al massimo, lasciando di tanto in tanto qualche traccia di rimpianti. Personalissimi sono i paesaggi della campagna toscana, dove il verde della natura, si trasforma in colori caldi, quasi dorati, piacevoli alla pari dei suoi laghi fermi, senza onde. Attimi che portano in un tempo mai definito.

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RENZO SIMONI

Fabrizio Pinzi, nato a Pistoia ma fiorentino d’adozione in quanto ha vissuto serenamente a Firenze fino alla scelta di andare ad abitare in un delizioso casale sui pendii collinari dall’affascinante bellezza, alle porte della cittadina di Castelfiorentino. Nella sua dimora, arredata molto personalmente, sono presenti diverse ed interessanti collezioni (anche della sua consorte) ma ciò che mi ha quasi bloccato temporaneamente il respiro è stato vedere buona parte della creazione pittorica del Pinzi dipartirsi sulle pareti di ogni stanza, corridoio o angolo interno dell’intero casale. Dopo tale emozioni, io , che amo follemente – oltre alla Metafisica – anche il Simbolismo ed il Surrealismo , mi sono entusiasmato riflettendo su quanto il pittore ha saputo donare a soggetti simbolici o surreali, con i ricchi colori della sua tavolozza che rivestono immagini le quali, a volte, sembrano scivolare in un gorgo senza fine accanto e meditazioni e ricordi. Ma , con il trascorrere del tempo. Fabrizio sempre più amante di forme e cromie,si è avvicinato velocemente anche alla Metafisica, nei suoi dipinti, oltre alla forma, si è ispirato ancor meglio con creazioni di indiscussa bellezza grazie ai curatissimi colori dei quali si rivestono ,divenendo fonte di grande emotività come l’estro e la fantasia che vi sono diffusi. Non ho che essere soddisfatto di aver ammirato la continua applicazione di questo simpatico artista, ricco di straordinario estro per il colore e dotato di una forza virtuale non comune che si accompagna alla volontà di “giostrare” quasi magicamente fra suggestioni oniriche che ricordano le lezioni date dai pittori del passato. Ma Pinzi da vero autore, continuerà a dipingere con grande impegno creativo ed artistico non comune e quasi sensitivo per il colore. Grazie Fabrizio per avermi dato l’opportunità di visitare la “Bellezza”, quella che Lei ha saputo creare sia con la sensibile capacità sia con estro rigoroso e non comune ai più. Ricorderò sempre con tenerezza l’educata e simpatica accoglienza che lei e la sua consorte mi avete riservato.

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ELENA GOLLINI

L’espressione pittorica di Fabrizio Pinzi traccia un’impronta intensa, vibrante, originale e personalizzata. E’ una pittura prevalentemente incentrata su immagini di matrice figurativa, surrealista e metafisica, con accenni all’iperrealismo, caratterizzata da una continua e costante ricerca delle prospettive di luce e delle combinazioni degli effetti luminosi e chiaroscurali, che ogni visione d’ispirazione fantastica e onirica racchiude e conserva in sé. Questa luce è come una sorta di “favilla divina” che è dentro di noi, è la luce sferzante e raggiante dell’energia cosmica, che scorre e si espande nel nostro spirito e che è in grado di offuscare ogni oscurità, di ravvivare le tenebre dell’inconscio, il buio dell’anima, i lati oscuri generati dai pensieri negativi. Le opere sono realizzate con abile virtuosismo cromatico, con sapienti pennellate, equilibrate, calibrate e meticolose, che avvalorano e rafforzano la doviziosa precisione tecnica di impeccabile esecuzione del disegno. Le composizioni sono strutturate mediante efficace combinazione d’accostamento di immagini, soggetti, elementi e componenti figurali, riuniti insieme in uno scenario di immediato effetto coreografico, che catalizza l’attenzione e attrae fin dal primo sguardo. Le raffigurazioni, provenienti dalla sfera evocativa fantastica e immaginaria, rispecchiano le proiezioni spirituali e introspettive e il vissuto esistenziale dell’artista. La luminosità affiora e “risorge” metaforicamente dall’oscurità della materia, per dare luce al mondo delle anime. Si delinea un’orchestrazione d’insieme basata sulle simbologie derivanti dal binomio e dalla dicotomia luce/ombra, poste in commistione nella brillante e accesa gradazione delle tonalità e sfumature colorate. Dalle figurazioni proposte scaturiscono la componente del sogno e la fervida pulsione della fantasia e dello spirito d’inventiva, frutto del “magico tocco d’arte” che si rende depositario di un mondo sommerso, misterioso, enigmatico, composto da codici da decifrare e interpretare e che riesce a penetrare nel cuore e nella mente degli spiriti sensibili. Pinzi è portavoce di una concezione moderna e innovatrice dell’arte, che rimane però anche saldamente radicata alle formule tramandate e perpetrate dalla tradizione e all’influsso stilistico recuperato e acquisito dai classici, seppur rifuggendo sempre, con decisa fermezza, il principio di emulazione e di imitazione. Affonda l’ispirazione su una rielaborazione interiorizzata sua propria, fatta di “annotazioni del vissuto e appunti di vita”. Ci offre una pittura scandita da un ordine ricercato ed elegante, da un raffinato e mirato “accorpamento e allineamento” di componenti, che rispondono a un ideale di stampo antico, riportato ai giorni nostri e attualizzato, all’insegna dell’esaltazione del bello, del creativo, del costruttivo, dell’arricchente. Egli non vuole copiare o assomigliare a nessun altro artista, se non a se stesso, e intraprende un cammino di coerente e consapevole esclusività. Nei quadri si individua un mix alchemico in bilanciata coesione: un po’ di metafisico, un po’ di surreale, un po’ d’iperrealismo, un po’ di espressionismo coloristico. Pinzi conduce l’osservatore ad approdare in un porto visionario ancora sconosciuto, tutto da scoprire e ricco di sorprendenti scenari e prospettive, intrisi di messaggi subliminali. Si distacca convintamente dalla pittura prettamente commerciale, essendo un genere alieno e avulso dal suo modo di concepire l’arte e fare arte. L’intento primario da lui perseguito, è di fare pensare, di trasferire e trasportare sulle tele immagini fortemente evocative, che si tramutano in simboli e metafore nello spirito degli acuti e attenti osservatori e di non deludere mai se stesso, ponendosi davanti orizzonti sempre nuovi da raggiungere con entusiastica propensione. La sua è un’arte di atmosfere surreali frammiste a dimensioni e ambientazioni del reale, che rivela un’insita concettualità di alto spessore. Il fruitore vi può cogliere molteplici riferimenti e richiami a quegli anfratti particolari, che formano la complessa e sfaccettata sfera dell’inconscio umano. Pinzi si può considerare un artista “alchemico” proteso verso le trasformazioni e le evoluzioni e verso l’uso delle simbologie e delle prospettive di rappresentazione più inusuali e atipiche, che diventano punti cardine e pietre miliari imprescindibili, per fare emergere i legami connessi ai tre mondi esistenziali: materia, mente e spirito.

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VITTORIO SGARBI

Fabrizio Pinzi elabora un Surrealismo carico di significati, ripartendo da Dalì e da Max Ernest. In Precludere il futuro, un vecchio avanza potandosi con un ramo secco, verso un albero florido. Opera divertente, ma elegante.

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Il surrealista Fabrizio Pinzi porta le sue opere alla Spoleto Arte 2014

Nello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio si terranno le illustri mostre di “Spoleto Arte” con la curatela affidata al critico Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. Nel nutrito gruppo degli artisti partecipanti è stato selezionato anche il rinomato maestro Fabrizio Pinzi, che esporrà interessanti quadri influenzati dalla matrice di stampo surrealista, fonte ispiratrice primaria della sua personale ricerca espressiva. Dall’appassionata fantasia pittorica di Pinzi si coglie un simbolico emblema derivante dal suo prezioso patrimonio spirituale, che genera immagini di incredibile visionarietà, che vogliono stupire e meravigliare l’osservatore attraverso l’originale artificiosità concettuale della loro elaborazione. Venuti meno i rigidi freni inibitori e le costrittive barriere mentali della coscienza razionale, in lui prevale l’istinto irrazionale ideativo di dare vita a figure e soggetti dal virtuosistico effetto cromatico, che solo in apparenza può sembrare incongruo nella disposizione ma che compone uno spazio ben delimitato e definito. In esso, le rappresentazioni e i cromatismi assumono un’ enigmatica e misteriosa profondità di significato, lasciando emergere dalle tele un sentimento inconscio, caratterizzato da rievocazioni surreali iperrealistiche e da un mondo immaginario, animato da dinamiche pulsioni e desideri introspettivi. Emerge un articolato complesso di elementi e meccanismi fantastici e onirici, che rimandando al surrealismo con formidabili metafore, basate su un linguaggio subliminale, codificato da una semantica, che deve essere compresa a livello istintivo piuttosto, che tramite la riflessione razionale. Lo spettatore viene stimolato a percepire la giusta dimensione del narrato, nel quale Pinzi rivela se stesso con impeccabile efficacia comunicativa. Un’ impronta dal simbolismo mistico, che traccia da un equilibrio sostanziale impeccabile nel dialogo tra forme e colori per evidenziarne al meglio l’essenza costitutiva, suggerendo molteplici chiavi di lettura e spunti interpretativi.

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LEANDO CAVAGLIERI – Critico d’arte

Abbiamo una visione fantastica del mondo surreale, nell’opera grandiosa di Fabrizio Pinzi, che diffonde un’atmosfera di pure visioni al limite del metafisico, in opere dipinte in un olio luminoso e caratterizzate da vividi colori che sfumano nella gamma di ardite sintesi e di simbolismi sconfinati in alternanze di luce/ombra, quando non anche espressione di un accennato erotismo di interpretazione personale. Nell’uso del colore ad olio si notano prospettive digradanti e sfumate in spazi eterei, nelle stanze vuote e scarne, dove occhieggia un severo giudizio espresso dall’indice verso l’alto.

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DINO MARASA

Comporre figurazioni insolite, mediante un alfabeto segnico e cromatico ben definito e che permette nuove interpretazioni narrative è la prerogativa dell’artista Fabrizio Pinzi. I protagonisti delle sue opere vivono sospesi in una dimensione surreale, riempita di superbe suggestioni oniriche che rimandano a lezioni dei grandi del passato. Ma non è semplice imitazione, è rielaborazione personale dell’infallibile intuizione pittorica del maestro Fabrizio Pinzi, accompagnata dalla volontà di riscrivere i dettami dell’espressione umana, senza limitarsi, liberando estro e creatività.

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Prof. MANRICO TESTI

La nostra (civiltà dell’ansia) sulla strada aperta da Freud, ha cercato di socchiudere te porte dell’inconscio partendo da una delle manifestazioni più ricorrenti: il sogno, un’attività psichica incontrollata e prevalentemente irrazionale. Ecco I’humus da cui nascono Ie opere di Fabrizio Pinzi un effervescente pittore toscano che vive e opera a Castelfiorentino. Così tutto un colorato mondo Onirico, ricco di suggestioni, di scoppiettanti invenzioni, di allusive, paradossali situazioni, viene ad insinuarsi ed inserirsi in una concreta e minuziosa realtà figurativa, provocando un forte impatto emotivo. E a ciò contribuiscono anche I’impiego di colori caldi, turgidi, distesi e un’ossessiva presenza di figure muliebri, con frequenti connotazioni erotiche, che sembrano uscire da un sogno surreale.

KL

KLAUS

Fabrizio Pinzi surreale di notevole forza fantasia e capacità realizzative. Disegno e colore in una fusione che permette all’artista di esprimersi con grande potenza. Il mondo fantastico di Pinzi si fonde con la realtà che viene manipolata costantemente dall’idea, inseguendo significati nascosti. Immagini quindi potenti e geniali nei loro rapporti costruttivi e nella lucentezza del colore.

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RAFFAELLO BERTOLI

Pittore surrealista, vive e lavora a Castelfiorentino. il mondo di Fabrizio Pinzi è popolato da personaggi simbolici di notevole raffinatezza disegnativa che rendono più preziose le connessioni tra il mondo reale e il mondo fantastico. II pittore cerca il proprio linguaggio nel gioco del surrealismo; un linguaggio legato alla sua intima personalità.

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BRUNO COSIGNANI

La pittura di Fabrizio Pinzi possiamo collocarla nella metafisica per I’aspetto psicologico e allegorico delle sue tele. I riferimenti dei significati non sono mai casuali gli aspetti formali evidenziano una tecnica raffinata fino a una visione quasi fotografica. II simbolo traslato sulla tela è composto tenendo conto dello spazio compositivo ,lo strumento della creazione vive la magia di racconti fantastici ed è il ricordo a guidare oppure la realtà odierna come nell’ immagine simbolo della donna rappresentata come preda da raggiungere. Spazi infiniti e quindi grandi superfici che a volte sono assenti da coinvolgimento dell’azione , I’ artista usa volutamente questo meccanismo per accentrare lo spettatore sui pochi personaggi o sull’unica cosa che rappresenta. La vita nelle tele di Pinzi si ferma per poi riprendere il cammino : è lui il regista di questo mondo artificiale che diventa verità. Nella sua pittura vive prepotentemente la donna che egli pone come simbolo e come desiderio che muove il cammino dell’uomo.